
L’amministrazione provinciale cancella il distaccamento di polizia provinciale del Matese ma continua a pagare il fitto per i locali della sede. Fu una decisione assunta dal direttore amministrativo poche settimane dopo l’insediamento della nuova amministrazione. Insorgono i sindaci dell’area che lamentano un progressivo abbandono del territorio. Il primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, il presidente della Comunità Montana del Matese Fabrizio Pepe e il presidente del Parco Regionale, Giuseppe Falco, mettono a disposizione – gratuitamente – locali appartenenti alle disponibilità degli enti sollevando, in tal modo, l’amministrazione provinciale dai costi del fitto. Sulla vicenda arriva l’interpellanza del consigliere provinciale, indipendente, Carlo Piscitelli che pone in evidenza proprio l’incongruenza dell’azione posta in essere dall’amministrazione provinciale che da un lato cancella il distaccamento matesino della polizia provinciale mentre, dall’altro, continuerà a pagare il fitto per altri due anni ai proprietari della struttura in cui era allocato il distaccamento, come da contratto. Inoltre – come evidenzia il consigliere Piscitelli nella propria interpellanza rivolta al presidente Domenico Zinzi, gli agenti della zona – che continuano ad operare nell’area matesina – ogni mattina sono costretti prima a recarsi a Caserta e successivamente ritornare a Piedimonte Matese per svolgere il proprio servizio. Lo stesso problema si rileva anche per l’area del Parco di Roccamonfina il cui distaccamento è stato revocato congiuntamente a quello del Matese. Il consigliere provinciale Piscitelli ritiene che le scelte adottate dall’amministrazione provinciale, invece di economizzare, determinino un maggior dispendio di energie, tempo e risorse, mentre sarebbe più semplice far riattivare i due distaccamenti. I due distaccamenti cancellati svolgevano, fra le altre cose, un ruolo molto delicato nella lotta contro una serie di reati ambientali e nella tutela del territorio del Parco del Matese e del vulcano di Roccamonfina.
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno
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