
Pressato dal bisogno cercava un acquirente per vendere un suo rene. Era disposto a cederlo pur di avere una vita dignitosa, pur di potersi garantire i beni e i servizi necessari per vivere. Eppure la vita di Vincenzo La Motta era, fino a qualche anno fa, normale. Viveva tranquillamente facendo il bidello; precario ma tranquillo perchè ogni anno aveva una sede. Poi la riforma tagliò molte speranze. La Motta, ora, è stato ammesso dal munic
ipio di Piedimonte Matese, nell’elenco dei beneficiari del progetto contrasto alla povertà. Un’autentica ancora di salvezza, soprattutto morale, per molti cittadini. «Grazie sindaco per la mano che ci ha teso, in questa epoca dove il popolo sta vivendo con grandi sacrifici». Così Vincenzo La Motta ha voluto ringraziare il Comune. E lo ha fatto sui social network, lodando il nuovo piano previsto dal sindaco Vincenzo Cappello. Oltre duecento famiglie potranno contare su un reddito minimo; in cambio dovranno prestare la propria opera in interventi utili per l’intera collettività. Non sarà quindi un sussidio erogato passivamente ma una vera paga a fronte di un lavoro.
IL SINDACO – «La nostra amministrazione sin dal 2007 – precisa Cappello – ha voluto rinunciare alle indennità di carica, risorse che destiniamo per il 90% al sociale, laddove si fanno sentire i tagli del Governo, e il resto per il supporto di iniziative culturali». Qualche mese fa, a Milano, proprio per l’impegno nel campo del sociale, al sindaco di Piedimonte Matese venne assegnato il premio “Il Campione”, promosso ormai da dodici anni dall’associazione milanese di volontariato “City Angels” assieme all’Osservatorio giornalistico Mediawatch, e conferito a “campioni” di solidarietà e civismo. «La Motta rappresenta un disagio sociale diffuso – conclude Cappello – generato da continui errori nella gestione della cosa pubblica. Noi comuni vediamo le risorse destinate alle politiche sociali sempre più ridotte».
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno